Il futuro del gaming
4 Lug, 2018
All’inizio di giugno si è svolto, presso il Convention Center di Los Angeles, l’edizione 2018 di E3 (Electronic Entertainment Expo). Abbiamo avuto grandi sorprese con conferenze frizzanti e trailer che hanno stimolato la nostra curiosità.
Quello che abbiamo imparato da queste conferenze è che i produttori stanno iniziando a pensare alla prossima generazione di console e al futuro del mercato dei videogiochi in generale.
Cosa c’è all’orizzonte?
È stato EA (Electronic Arts) che ha attirato la nostra attenzione con la presentazione della loro possibile applicazione di streaming. Molto simile a Netflix, permette ai potenziali utenti di proiettarsi sull’uso dell’applicazione. Come precisato, troveremo questa applicazione sui nostri smartphone e televisori (smart TV) e quindi potremo giocare a tutti i giochi AAA (quelli che richiedono maggiori budget per la loro creazione) senza acquistare un supporto di gioco, cioè console o PC. Per accedere a questi giochi, dovremo sottoscrivere un abbonamento mensile (il prezzo non è stato ancora specificato).
Successivamente Microsoft presenta, durante la sua conferenza, i suoi piani per il futuro del mercato dei videogiochi. Viene presentata una possibile applicazione di streaming (proprio come EA) e la volontà di Microsoft sull’essere presente su tutti i media, ovvero smartphone e smartTV. Come per EA, non abbiamo informazioni sul prezzo del servizio e non è stata comunicata la data di rilascio del software. Ma questa evoluzione non sembra essere prevista a breve perché la prossima generazione di console è stata ufficializzata in Microsoft da Phil Spencer (direttore della branche XBOX), e dovrebbe essere rilasciata nel 2020, secondo un’intervista ai giornalisti di IGN.
E sul fronte editori?
Tutte queste idee sullo streaming dei giochi sono state ben accolte dagli editori, soprattutto con Ubisoft, che è chiaramente a favore dell’implementazione di questo sistema nei prossimi anni, ma non supporta l’idea di un sistema basato su abbonamento. L’azienda propone l’idea di un negozio come quello di cui disponiamo ora, con la possibilità di trasmettere in streaming il gioco invece di scaricarlo quando lo si acquista.
Lato consumatori?
Che cosa significherà questo per i consumatori? È una buona cosa per loro? Sicuramente potremo avere i nostri giochi a casa molto più velocemente, senza però avere la sensazione che questi ci appartengano (torniamo allo stesso dibattito che nasce ad ogni smaterializzazione, pensiamo alla musica, ai libri e ai film che stanno gradualmente perdendo il loro principale supporto di utilizzo). Ma dopo tutto, questa tendenza alla smaterializzazione è già stata democratizzata sul PC con l’arrivo di STEAM nel 2004, che, nel tempo, si è affermata come piattaforma di riferimento.
Qual’è il prossimo passo? Utilizzare il gioco direttamente da server remoto, senza più doverlo scaricare sui nostri dispositivi: lo schermo dell’utente sarà utilizzato solo per visualizzare il gioco e le azioni che eseguirà premendo i tasti.
Lato hardware?
Cosa c’è di nuovo lato hardware?
Cominciamo dando un’occhiata a Microsoft, meglio conosciuta per i suoi sistemi operativi (Windows). Ma l’azienda è molto diversificata: dispone di datacenter in grado di trasmettere il software in streaming a distanza. Basta vedere il funzionamento della licenza Office 365 che, grazie ad un abbonamento mensile o annuale, ci permette di utilizzare software come Word o Excel. Il software arriva quindi attraverso la porta Ethernet. A nostro avviso possiamo dargli fiducia perché, anche se la produzione di console non è il core business di Microsoft, la potenza e la stabilità dei loro server può riservarci grandi sorprese.
In Francia, un’azienda è andata molto lontano. Con SHADOW, possiamo accedere a un Windows 10 con una scheda grafica di fascia alta tramite un abbonamento mensile (abbonandoci per 1, 3 o 12 mesi). Questo permette di accedere al sistema tramite un’applicazione (su smartphone o PC) dove è possibile acquistare il pacchetto: agisce come un mini-pc che si connetterà direttamente all’applicazione all’accensione.
Infine, Sony ci offre ora un sistema di gioco in streaming chiamato Playstation Now, che permette di giocare tramite PS4 o su PC a giochi in remoto per Playstation 3 e 4. Con un abbonamento di 14,99 € al mese. Tuttavia, Sony rimane esclusiva e chiusa rispetto all’ecosistema dei suoi concorrenti.
Come si può vedere, il mondo dei videogiochi ha fatto molti progressi negli ultimi tempi. È anche soggetto a smaterializzazione, influenzato dal desiderio di offrire nuove esperienze, più veloci, più semplici, per essere in grado di concentrarsi su immersione e gameplay.
Tuttavia, c’è un grosso problema: perché un sistema di gioco in streaming funzioni efficacemente, è necessaria una connessione internet in grado di gestire un’immagine FULL HD o 4K, a seconda dell’utente e del tipo di schermo utilizzato. Il tempo di risposta con l’azione che il giocatore eseguirà su un controller o una tastiera dovrebbe essere il più breve possibile. Il sistema di connessione ideale per questo sistema è quindi la fibra ottica.
Le nostre riflessioni
06.11.19